Lo abbiamo sperimentato tutti, chi più, chi meno:
Lo smart working ha i suoi vantaggi.
UNA MODALITÀ LAVORATIVA CHE FUNZIONA: qualche dato post-pandemia
Grazie al lavoro agile, le persone possono restare sempre in contatto anche se a distanza e questo è un vantaggio eccezionale che migliora la collaborazione all’interno dei team.
Contrariamente a quanto si possa credere, lavorare in remoto aiuta la collaborazione.
Pensaci: se il team che si occupa di un progetto lavora in uffici fisici differenti e distanti, dovrà organizzare un incontro e sarà molto difficile farlo.
La tecnologia invece ci aiuta ad accorciare le distanze, a rendere più semplice e immediata la comunicazione e quindi ad eliminare tutte le barriere comunicative.
Basta un click per entrare in contatto con il tuo collega dall’altro capo del mondo.
Ti serve ancora qualche conferma prima che tu abbia L’ASSOLUTA CERTEZZA che lo smart working possa fare al caso tuo?
Un’indagine Infojobs ci fornisce i dati che mi servono per confermartelo:
- Il 76% delle aziende italiane ha attivato lo smart working
- Il 56% delle aziende lo ha scelto per la prima volta
- Il 71% dei lavoratori vorrebbe mantenere una modalità di smart working, anche solo parziale
In Italia, il 72% delle aziende ha messo a disposizione i mezzi e gli strumenti per permettere a impiegati e collaboratori di lavorare in remoto in tempo di pandemia.
Tuttavia, non sono ancora molti gli italiani che possono usufruire del lavoro agile: solo il 15% degli italiani può farlo, il 13% si reca fisicamente sul luogo di lavoro e le restanti percentuali sono occupate da lavoratori rimasti a casa senza reddito, in ferie o in congedo.
Oggi si cerca di estendere la possibilità del lavoro agile a un numero sempre più alto di lavoratori.
Per renderlo possibile, si sta pensando anche a una normativa studiata ad hoc per la situazione.
NORMATIVA PRESENTE, PASSATA E FUTURA: LA REGOLAMENTAZIONE DEL LAVORO AGILE IN ITALIA
Ne abbiamo parlato prima: il telelavoro è stato regolamentato ufficialmente nel 1973, mentre lo smart working è comparso nel panorama delle leggi italiane nel 2017.
Sono due fenomeni che, per sommi capi, ne descrivono uno davvero simile: lavorare da casa.
La differenza tra queste due tipologie di regolamentazione nasce in virtù di un’idea che si è consolidata nel tempo: si pensa allo smart working come a una modalità lavorativa che si può svolgere a casa, ma che prevede anche una parte in presenza.
Al contrario, il telelavoro era solo lavoro da casa, quindi sempre svolto al di fuori dei locali aziendali.
La legge del 2017 dice questo:
Un lavoratore subordinato (dipendente) può svolgere la propria attività lavorativa a distanza (da casa, dal parco, in qualunque luogo) o anche in ufficio.
Non ci sono specifici vincoli di orario.
Uno degli elementi migliori dello smart working è infatti legato alla flessibilità temporale, ma non è tutto: può essere valutato e misurato attraverso il raggiungimento di obiettivi.
La stessa legge che regolamenta lo smart working è flessibile e i dettagli delle modalità di lavoro vengono stabiliti di volta in volta attraverso accordi individuali o sindacali.
C’è una sola certezza di base: sia il lavoratore in remoto, sia il lavoratore che si reca ogni giorno in ufficio devono godere degli stessi diritti (ferie, orari di lavoro massimi, retribuzioni minime).
LO STATO DI EMERGENZA E IL FUTURO DELLO SMART WORKING
L’unica novità introdotta sullo smart working dal nostro Governo in tempo di pandemia è stata questa: molte aziende hanno potuto continuare la propria attività anche in lockdown grazie al lavoro agile.
Grazie al decreto di emergenza, il datore di lavoro ha potuto salvare la sua azienda e tutelare i dipendenti, sia dal punto di vista lavorativo, sia da quello della salute, mettendoli in smart working senza accordi tra le parti, ma rispettando comunque i dettagli dei contratti già sottoscritti.
Ma quindi che futuro ci sarà per il lavoro agile?
È fuor di dubbio che lo smart working abbia subito un’accelerazione nell’evoluzione, nell’utilizzo e nella diffusione all’interno delle nostre aziende, ma adesso dobbiamo pensare al futuro e iniziare a portarci avanti.
La nostra cultura lavorativa deve fare un grandissimo salto di qualità: dobbiamo adeguarci, perché altrimenti il rischio di morire, fallire, chiudere e mandare i nostri dipendenti per strada c’è ed è davvero reale.
Oggi dobbiamo capire che lo smart working è entrato nelle nostre vite, si è appropriato delle nostre case e ci ha permesso di viverle di più, di gestirci meglio… e possiamo ancora migliorare!
Le nostre aziende hanno bisogno di crescere e ottimizzare le proprie risorse per gestire al meglio il lavoro agile e digitale di domani.
Del resto, abbiamo visto i numerosi vantaggi che ne sono derivati:
- Aumento della produttività
- Efficienza dei lavoratori
- Migliore organizzazione dei tempi di lavoro
- Divisione del tempo da destinare al lavoro e del tempo dedicato alla propria vita privata
Dobbiamo comprendere bene che non è soltanto merito del lavoro agile, ma anche delle persone che si stanno impegnando ogni giorno per far restare a galla le aziende.
Il merito è tutto nostro!
Questo perché possiamo finalmente essere gli imprenditori digitali del 2020, quelli che iniziano a stare al passo con i tempi, quelli che vogliono ottenere il meglio per sé stessi, per i propri dipendenti e per far arrivare in vetta la propria azienda.
È per questo che noi di Voxloud parliamo di digitale, di centralini, di tecnologia in cloud e di lavoro agile.
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